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giovedì, Luglio 7, 2022
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VOLUPTAS CLUB: IL PIACERE PER LA VITA

LE FORME DI ENERGIA COSMICA

  Nell’universo tutti gli eventi sono generati dall’energia cosmica creativa delle infinite forme presenti e future. Tutto ciò di cui prendiamo coscienza è forma di energia. Anche il pensiero e la nostra stessa coscienza sono forme di energia. Il mostro organismo è energia che trasforma energia che prende forma nei nostri pensieri, nel nostro spirito, nel nostro fisico e nelle nostre azioni. Siamo energia come quella del sole che trsforma l’energia dell’acqua in vapore, in pioggia, alberi, frane, ecc. Il bene e il male sono forme di energia. Il cosmo è divenire eterno e mutevole di eventi da cui si origina l’esistenza. Dal vuoto cosmico, che chiamiamo” il nulla” si origina il tutto. Le forme fisiche esistenti sono manifestazioni della dinamica creativa dell’energia cosmica. Tutti gli organismi viventi  sono trasformatori di energie e portatori di stimoli istintivi a realizzarsi.  L’uomo è anche portatore di spirito creativo e cosciente di sè, delle sue esperienze e dell’ autodecisione. Queste sono doti che consentono all’uomo di sublimare le energie istintive in trascendenza creativa, che nella nostra disciplina chiamiamo VOLUPTAS

LA SOLITUDINE IN ASCOLTO
La solitudine in ascolto, nel centro del nostro profondo sé, generata dall’atavico richiamo del vuoto creatore dell’universo che portiamo nel cuore; è la solitudine che resta in ascolto della risposta alla domanda del bambino alla madre: “Cosa farò da grande”. E’ il bisogno in noi di relazione integrante con il mondo e con il profondo noi stessi, che chiede ascolto per il senso che il nostro spirito creativo conferisce alla vita nel racconto, del proprio io, del mito di se stesso. Volontariamente, già con il gioco di bambino andiamo costruendo, in tutta la vita cosciente, il mito di noi stessi, che è la risposta creativa alla domanda di diversità nel profondo essere diverso dagli altri e il tentativo di ogni uomo di spirito di trascendere l’istinto naturale per somigliare all’immagine del suo Dio creatore.
Se piove non aspetto che smetta, mi metto a ballare. Da grande, se camminando mi dolgono le natiche, non mi fermo, mi do corda fischiettando e canticchiando al ritmo di marcia. Non mi fermo, non mi abbatto, mi sollecito.
Camminando, camminando sulle strade del mondo, in ogni bivio ho cercato l’orizzonte, quando la scelta era d’obbligo ma, quando il cuore mi guidava, la scelta era spontanea. Nel cuore è indicato il senso della vita umana e nel cuore non ci sono bivi e la strada è direzionale. Nel cuore si compie il rito dell’amore per la vita.
Camminando, camminando sulla strada della vita compio il rito della conoscenza dove mi ritrovo in buona compagnia del sapere, del mio angelo custode compassionevole di me stesso, non mi sono perso nell’intima servitù e non mi sono stancato di praticare la strada nel senso dato alla mia vita. Il mio spirito creativo e artefice del mito di me stesso, che conosce la strada del vincente anche nel riposo, mi concede di costruire, tra tante difficoltà, la strada che ho coscientemente scelto da percorre con tanta soddisfazione e il nudo piacere per la vita. A volte gli errori sono stati punitivi, ma sono restato centrato sulla mia integrità personale travalicante i frammenti dell’esistenza e la soddisfazione di dare risposte alle mie domande, è restata.
Buon viaggio! E’ il migliore augurio che possiamo fare a ognuno di noi, sulla strada della ricerca di se stesso nel mito di se stesso, è di raggiungere la soglia senza porta della felicità.
Associazione VOLUPAS CLUB onlus
La salute sufficiente e il nudo piacere per la vita.

IL CREATIVO DI SE STESSO
Nell’universo, ogni cosa è energia che prende forma dall’evento che gli da la forma. Ogni cosa ha la propria dinamica di trasformazione e di relazione con altra frme di energia, che determina la sua esistenza e la mutazione della sua forma. Ogni cosa partecipa all’esistenza dell’universo e prende forma dall’ energia primaria che sgorga dalla fonte dell’universo. Tra tutte le cose esistenti, l’organismo vivente ha bisogno di nutrimento, e per questo è adattativo al contesto in cui si nutre e si forma dalle favorevoli condizioni ambientali. Esiste un principio dinamico universale che impegna ogni cosa esistente a sopravvivere e non soffrire, in tutta la durata che il caso consente a ogni singola cosa, nel progetto della sua natura. L’uomo, come ogni creatura, è venuto a questo mondo, dove la permanenza non è gratuita, senza chiederlo e senza conoscerne lo scopo, impegnato a sopravvivere come vuole la legge della selezione naturale, ma vuole essere il creativo di se stesso e della sua identità. Nell’ambiente che non è suo, vuole costruire la sua affermazione e consentire al suo corpo di sopravvivere con piacere; si accompagna alla soddisfacente contentezza nella sua persona.
Tra tutti gli organismi viventi esistenti sulla terra, l’uomo della coscienza di se stesso è l’unico dotato del libero arbitrio, che gli consente di sublimare le energie dell’istinto in personali scelte creative. Guidato dalla sua stessa coscienza responsabile delle proprie scelte, cerca soddisfazione, contentezza e il nudo piacere (Epicuro).
Gli ostacoli non superati lo legano con le catene alla gogna della vita, la cui sofferenza, può portarlo alla malattia e alla scelta del suicidio .… come può amare le sue catene.
L’uomo non vive per l’istintivo piacere di mangiare e sopravvivere, mangia e sopravvive per vivere della soddisfazione e la contentezza che gli deriva dal senso dato alla sua vita. L’uomo, diversamente da ogni altro animale, nasce libero di percorrere la strada della propria realizzazione per non lasciare al caso il superamento degli ostacoli e le catene della gogna della vita, da cui può scegliere di diberarsene anche con il suicidio. Il dire, il fare, il pensare e il creativo di se stesso sorge dalla fonte del desiderio dell’uomo di sentirsi spiritualmente vincente, nella selezione che la natura gli impone e la sua indole lo pone competitivo.
Ma la vita, senza la salute sufficiente che consente almeno un pizzico di piacere, che vita è ? Si chiedeva Epicuro.19012012

ESSERE FELICE E’ IMPEGNO A SCIOGLIERE LE CATENE DI CUI SIAMO INNAMORATI

AMARE LE CATENE
Tutto il mondo aspira alla libertà, e tuttavia ciascuna creatura è innamorata delle proprie catene. Tale è il primo paradosso e il velo inestricabile della nostra natura.

Sri Aurobindo
La riflessione
«Tu chiamavi libertà questo potere che hai di demolire il tuo tempio, di scompigliare le parole del poema della vita. Libertà di fare il deserto. E ora dove ti trovi? Chiami libertà il diritto di vagare nel vuoto?» Sono, queste, domande simili a un pugno nello stomaco che Antoine de Saint-Exupéry lascia irrompere nella sua opera postuma Cittadella, apparsa nel 1948, quattro anni dopo la morte in volo dell’autore del celebre Piccolo principe. Attorno alla parola «libertà», che è sulle labbra di tutti, in particolare di quelli che cercano di ferirla e piegarla, si consumano molti equivoci e contraddizioni. Ce lo ricorda anche una delle Considerazioni e pensieri del filosofo mistico indiano Sri Aurobindo (1872-1950), che abbiamo voluto proporre oggi. Egli comparava Dio a «un fanciullo eterno che gioca a un gioco eterno in un giardino eterno».La creatività libera del gioco è un simbolo per indicare un agire senza calcoli di interesse, ma col trionfo solo del gratuito, cioè dell’amore. Eppure, la libertà autentica è anche impegnativa perché è sinonimo di rigore, di carità, di creazione. L’uomo preferisce seguire l’onda, non trovarsi solo con se stesso e con le scelte da compiere, desidera essere quietamente condotto per mano dal suo istinto o dalla guida di un altro così da accomodarsi senza pensieri e domande. È questo «il velo inestricabile della nostra natura» nel quale ci avvolgiamo e ci sentiamo protetti dal rischio che la libertà comporta. «Vincere l’intima servitù è più importante che vincere il mondo intero» si diceva nel Medioevo.
(Testo tratto da: G. Ravasi, Le parole del mattino, Mondadori)

 

 

LA PERSONA STRANA
Quando insistevo nel ripetere ai miei allievi: “la vita richiede impegno per viverla come vorreste. Ci vuole perseveranza e volontà di apprendere”, per essere coscientemente felice. La felicità genuina risiede nella coscienza e la coscienza è esperienza, non confondete la felicità con la demenza.
Mi guardavano come se avessi detto una cosa strana e io insistevo nel ripetermi. Qualcuno di loro interveniva sul silenzio attento dicendomi: “Maestro, per voi è un’altra cosa perché siete una persona diversa”. Dopo un attimo di silenzio rispondevo dicendo: “ Non so se essere diverso è meglio o peggio del qualunquista, io preferisco essere me stesso, anche se sembrassi strano agli occhi altrui.
Il mio percorso di identificazione con la persona che desidero di essere è stato lungo e intenso in tutta la mia vita, mi ha dato la potenza psicologica di realizzare me stesso, ne sono fiero. Cercate voi di essere il meglio di voi stessi, senza seguire l’onda del qualunquismo verso voi stessi”.

VOLUPTAS CLUB – BENESSERE

IL PRINCIPIO FONDANTE DI VOLUPAS CLUB
È istintivo e ragionevole curarsi, come tenersi lontano dalle malattie e dalla sofferenza in genere. Sono state create organizzazioni locali e mondiali con lo scopo di curare e di debellare ogni male e anche di alleviare gli stati che rendono la vita infelice, ma hanno ottenuto risultati molto parziali in ragione degli sforzi compiuti, non per questo è opportuno desistere, ma forse bisogna cambiare strada e certamente aumentare la prevenzione. Molte istituzioni si occupano della sofferenza mentre si fa poco o nulla per dare alla gente benessere e felicità, ignorando perfino i risultati delle ricerche scientifiche provanti che la felicità favorisce la salute, longevità e la pace sociale. Per l’homo sapiens i problemi esistenziali iniziano con l’arrivo della consapevolezza di esistere, da cui si è generato il desiderio di vivere la vita fino in fondo, a suo modo felice. Tutte le discipline olistiche e la filosofia, sin dalla antichità hanno avuto la finalità di curare, mantenere la salute e la condizione di accesso alla felicità, che il filosofo Aristotele chiamava ben- essere. I problemi della vita sono gli stessi di quelli esistenti all’alba della vita in questo mondo: sopravvivere. Negli ultimi decenni anche la psicologia positiva si  occupa della felicità.
La nostra associazione ha per scopo di fornire le conoscenze e gli strumenti che consentono di prendersi cura della salute che vince la malattia e la sofferenza in genere, stili di vita che migliorano le potenzialità personali e maturano le virtù, condizioni portanti della felicità. Sono principi e esercizi semplici e antichi di provata efficacia esenti di misticismo.
Questo è il principio olistico fondante la nostra associazione: “Virtù e potenzialità sulla personale strada, che dà senso alla vita, ripagano con la felicità”.

  

LA GOGNA DEL LUPO CHE SI FECE CANE - L'UOMO VINCENTE TROVA LA STRADA DELLA LIBERTA' IL PERDENTE TROVA LA SCUSA.

LA GOGNA DEL LUPO CHE SI FECE CANE –

 

 

Per un tozzo di pane il lupo scanbiò la sua libertà con la vita da cane. Legato dal collare stretto e dal guinzaglio corto, sconta la gogna a causa delle sue paure.
L’uomo che non vive per mangiare, mangia per VIVERE SENZA PAURE, misurandosi con la sua libertà.

vend-118

Associazione per la qualità della vita, la personalità, l’individualità, la promozione sociale e per la salute. Piani e stili di vita per la migliore qualità della vita, terapie, sport non agonistico, discipline olistiche, ginnastica, tempo libero, hobby, giochi socializzanti, cultura, etica, incontri, manifestazioni, eventi, ospitalità, informazione, difesa dei diritti, promozione dei doveri, forza alle iniziative, gruppo d’acquisti solidale, ecc.

UN ANGOLO DELLA NOSTRA PALESTRA


IL POTERE DI SE STESSO
  In questo mondo, dove nulla è gratuito, il principio dinamico della vita è sopravvivere. Ogni organismo vivente, dal più semplice al più complesso, ha un modo di vivere in relazione alle proprie potenzialità di sopravvivere nell’ambiente in cui vive. La soddisfazione dei propri bisogni è dipendente dal potere che l’organismo esercita nel proprio ambiente. Nell’orientare i propri comportamenti l’organismo elabora le informazioni attinte dall’ambiente in cui si relaziona. Le informazioni hanno due qualità – il piacere o sofferenza, pro o contro la individuale esistenza. Tutti gli organismi viventi hanno una centrale ricevente informazioni dall’ambiente, che attivano sensazioni di piacere o di sofferenza. Sono queste sensazioni e eccitazioni, coscienti o non, a determinare i comportamenti, sia istintivi che consapevoli.
   L’organismo umano ha una centrale evoluta, ricevente i messaggi e di decisione dei comportamenti volontari, capace di valutazioni razionali delle sensazioni e delle eccitazioni, determinanti le scelte di relazioni consapevoli con il mondo esterno, ottimizzate al senso che lo stesso centro decisionale dà alla vita e che non sempre coincide con l’istintiva sopravvivenza.
  Conoscere se stesso, non significa acquisire la capacità di riconoscersi guardandosi allo specchio, magari aspettando che sia cortese.    Conoscere se stesso significa compiere in consapevolezza un viaggio dentro se stesso per conoscere potenzialità e debolezze.   Per cominciare, potrebbero essere utili, a migliorare se stesso, queste poche briciole di conoscenza rivelata dalla psicoanalisi, per stare meglio in salute e migliorare la relazione con il mondo. Per essere vincenti la volontà è indispensabile e la conoscenza la rende fertile.
  I filosofi antichi cercavano di conoscere il ruolo del piacere nella costruzione della felicità.
  Epicuro si chiedeva:“La vita senza un pizzico di piacere che vita è ?”
Oggi si usa dire comunemente che dove c’è piacere non c’è perdenza.

LA VITA E’ UNA CROCE ?
  In natura la vita non è sofferenza e neanche piacere, è energie che trasformano e prendono forma secondo il principio dinamico dell’esistenza: sopravvivere. Il piacere e la sofferenza sono stimolatori duali del organismo vivente orientato alla sopravvivenza. Tra tutti gli organismi viventi, solamente l’uomo è stato favorito dall’evoluzione, con la facoltà di cogliere gli aspetti positivi della vita come il piacere, la soddisfazione, la felicità, la salute, che la cultura dominante trascura, ma il loro bisogno lo avvertiamo con un senso di mancanza che avvolte innervosisce, ci conduce alla depressione e altre patologie.

SENSO DELLA VITA E LA MALVAGITA’
Secondo Calvino l’uomo è malvagio per sua natura e le virtù, che danno senso alla sua vita, sono grazia divina, che si rivela nei virtuosi comportamenti umani. Freud riteneva ogni forma di civiltà, tra cui le virtù, null’altro che una elaborata difesa dai conflitti psicologici legati alla sessualità infantile e alla aggressività. E’ come dire che il malvagio scarica sugli altri la tensione procurata dai conflitti psicologici anche con l’inganno delle manifestazioni di civiltà. La virtù come valori fondamentale, praticata come proprio dovere, viene considerata inaccettabile a causa della diffusa accettazione, anche tra i laici, del dogma dell’ –intima corruzione-. E’ più logico pensare, che la malvagità come la civiltà siano state sviluppate dalla mente superiore a quella animale, nella prima fase dell’evoluzione degli uomini da animali in umani. E’ accaduto nella prima fase dell’evoluzione quando la mente superiore, anche essa nella fase infantile, ha sublimato le energie istintive nelle energie della fase del malvagio, integrando le energie istintive degli elementi determinanti la malvagità. Nel procedere nel senso dell’evoluzione alcuni uomini hanno preso e proseguito sulla strada della malvagità, mentre altri hanno proseguito sulla strada della civilizzazione e delle virtù che danno senso alla sua vita. L’uomo evoluto, nel dare un senso alla sua vita, da anche valore e dignità all’umanità, uscendo dalla malvagità primitiva acquisita con lo sviluppo della mente superiore. L’animale uccide solamente per sopravvivere, mentre l’uomo può uccidere per calcoli della mente evoluta, anche per vedere la sofferenza e per misurare il suo potere sulla vittima: la malvagità è facoltà solamente umana. Tutti noi abbiamo le prove che i comportamenti virtuosi sono pochi mentre abbonda la malvagità. La malvagità non porta piacere, neanche soddisfazione e neanche felicità. Essa e solamente scarico di energie non necessarie ad adempiere alla sopravvivenza animale e tanto meno a quella dell’umano. La virtù e la malvagità sono i due elementi della dualità nei comportamenti umani. Il virtuoso ha potenziato la sua intelligenza sociale, nella mente evoluta. Quella parte di uomini, che hanno proseguito sulla strada dell’evoluzione, intuita dall’intelligenza sociale, hanno proseguito sulla strada dell’emancipazione, sublimando le energie degli stimoli istintivi all’esercizio del potere nelle virtù, che danno un senso alla vita della persona, sulla strada della felicità. La persona incontra la felicità sulla strada dell’emancipazione. La vita galleggia nel mare dell’istinto mentre l’aspettativa umana prosegue sulla rotta dell’emancipazione il cui scopo è la civilizzazione, superando ogni sorta di avversità naturale e malvagia. E’ ovvio ritenere che l’evoluzione umana abbia favorito sia i ruoli adattativi negativi che quelli positivi come stabilito dalla legge della dualità. Alcuni uomini hanno optato per la cooperazione, l’etica, l’altruismo, la moralità, ecc. mentre altri hanno optato per la violenza, la prevaricazione, l’omicidio, la prepotenza, ecc. Altri uomini, a causa della loro presunzione smoderata hanno scelto la strada della malvagità per compensare il senso di mancanza e l’ansia derivante dalla rimozione dell’insopportabile senso di insignificanza di se. La gente, il popolo umano, non vuole solamente procedere sulla strada della civilizzazione, correggere le sue debolezze, evitare il dolore, le vessazioni, le agitazioni, la depressione e ogni altro male, e anche nel caso che la vita fosse una croce, vuole dare alla sua persona un senso positivo che dia stima e considerazione, l’insoddisfazione, condita di presunzione, offre alla società la pietanza tossica della malvagità. Il malvagio è un inventore di modi della sofferenza perpetrata a carico della società, anche se esercitata su un singolo. Questo punto di vista smentisce quello che considera la malvagità causata dall’intima corruzione.
  Il desiderio di senso per la vita porta l’uomo a migliorare le proprie potenzialità nella pratica delle virtù. Vero è che anche i virtuosi possono ritrovarsi nella selva oscura, quando la diritta via viene smarrita.

CONOSCI TE STESSO

ESERCIZIO del marziano: Poniti in ascolto di te stesso isolato dal mondo esterno: guardandoti dall’esterno e dopo aver eliminato il chiacchierio dalla mente. Guarda e vedi la diligenza della tua vita dove porta e in quanti di questi ruoli ti vedi: del cocchiere, dei cavalli oppure dei passeggeri.
Quale è il mito di te stesso  che darebbe senso alla tua vita? Che ti manca oltre i mezzi per sopravvivere? Ricorda che i soldi possono costituire un mezzo, ma non sempre garantiscono l’esito dei propositi e neanche garantiscono l’immunità dalla sofferenza, così come non garantiscono la felicità. Ricorda quella cronaca di tanti ricconi suicidi. Non penarti degli errori che hai compiuto e non dimenticarli, fanne tesoro. Sii previdente ma non da evitando di vivere. NON ESCLUDERE DALLA TUA VITA L’IMPEGNO PER IL MEGLIO DELLA VITA E EVITA L’ AVIDITA’. Ricorda che il meglio della vita non è gratuito e non è avidità. Lascia aperta la porta del tuo cuore alla compassione, al piacere, alla soddisfazione e alla gioia di vivere. Istruisci il tuo mastro di chiavi e il tuo guardiano di parta.
Prova a dare risposte a queste domande:“CHE COSA E’ L’AMORE PER TE STESSO?”  “ IL TUO IO TI AMA ?”

 
LE POTENZIALITA’ DELL’HOMO SAPIENS
  L’evoluzione ha regalato all’uomo la mente superiore, che lo ha reso potenzialmente sapiens. E’ la mente evoluta consapevole di se stessa e capace di ragionare, di apprendere, di controllare la sua mente animale, di scegliere responsabilmente i comportamenti più opportuni alla sua sopravvivenza e alla migliore qualità della vita fisica e esistenziale. La mente evoluta è il crogiolo delle trasformazioni e delle sublimazioni, che consentono l’emancipazione dell’homo sapiens in umano. Sarà la capacità di questa stessa mente, di controllare se stessa e la mente istintiva a renderlo adattabile alle condizioni ambientali e di manipolarle a favore del proprio bene fisico e alla soddisfazione esistenziale. Le aberrazioni in essa si oppongono alla salute.
  Tutti sappiamo che questa mente evoluta non è esente da interferenze che rendono la persona sofferente, e che il corpo è duale alla mente. Proprio da questa dualità mente-corpo possono scaturire sofferenze psico-somatiche.
   Da studi approfonditi (da Freud e in tempi più recenti da altri) su questa dualità si è sviluppata la disciplina chiamata –bioenergetica- che scioglie i nodi muscolari per ottenere lo scioglimento dei nodi nella mente – aberrazioni -. Sono gli impedimenti alla condotta della vita piena di bene. La mente consapevole è consapevole della sua condizione precaria, sia pure involontaria, ma è scarsamente capace di controllare i comportamenti aberrati, al punto da non evitare la trappola della patologia. A volte le condizioni di precarietà possono degenerare in patologia solamente per trascuratezza e anche perché a volte si preferisce fare scelte palliative, di piacere evanescente, che non hanno a che fare con il comportamento responsabile e virtuoso, che richiede la conservazione e il ripristino della salute. Accade perché l’homo sapiens è ancora sulla strada dell’emancipazione nella virtù della sapienza.
  Dalla bio-energetica abbiamo appreso che la gran parte delle sofferenza causata da contrazioni muscolari si origina da problemi esistenziali e posturali non curabili con somministrazioni di medicinali e raramente sono trattabili con la classica psicoterapia. Di recente in occidente, e dopo accurate sperimentazioni anche di tipo scientifico, sono state rivalutate a scopo preventivo e terapeutico le discipline olistiche, prevalentemente di origine orientale, che hanno la finalità di ristabilire il libero fluire energetico armonizzante corpo, mente e spirito.
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VINCERE L’INTIMA SERVITU’La creatività libera del gioco è un simbolo per indicare un agire senza calcoli di interesse, ma col trionfo solo del gratuito, cioè dell’amore. Eppure, la libertà autentica è anche impegnativa perché è sinonimo di rigore, di carità, di creazione. L’uomo preferisce seguire l’onda, non trovarsi solo con se stesso e con le scelte da compiere, desidera essere quietamente condotto per mano dal suo istinto o dalla guida di un altro così da accomodarsi senza pensieri e domande. È questo «il velo inestricabile della nostra natura» nel quale ci avvolgiamo e ci sentiamo protetti dal rischio che la libertà comporta. «Vincere l’intima servitù è più importante che vincere il mondo intero» si diceva nel Medioevo.
(Testo tratto da: G. Ravasi, Le parole del mattino, Mondadori)

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Società e costumi- Tutti vogliamo una società civile in  cui farsi la propria vita di cui essere  felici e contenti, ma abbiamo costruito la gogna della vita civile.

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Fate il vostro gioco del buon umore- Quel senso di mancanza e insufficienza, che incatena alla gogna la libertà di farsi la propria vita civile, limita l’impulso a fare il proprio gioco della vita nelle partite del buon umore. Spetta a ognuno di noi dare vigore alle azioni responsabili, portatrici di buon umore, che consente di accedere alla soglia senza porta della felicità.

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